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Newsletter 7/16 - Speciale Elezioni 2016

Notizie
19 OTTOBRE 2016 - SALONE BOLOGNINI, SAN DOMENICO


Report sintetico (*) della riunione organizzata dai sindacati ADC, ANC, ANDOC e Unione Giovani per formulare domande ai due candidati presidenti in vista delle imminenti elezioni.

La riunione ha inizio.

Prendono la parola i rappresentati dei sindacati organizzatori per spiegarne le finalità: “I sindacati uniti hanno organizzato questo incontro. E’ la prima volta a Bologna che i sindacati ANC, ADC, ANDOC e Unione Giovani fanno qualcosa insieme per gli iscritti, per i dottori commercialisti. Speriamo che questo sia l’inizio di un cammino che possa vederci uniti, a discapito dei pregiudizi del passato”.

Si passa poi a spiegare il format del dibattito, precisando che resterà tale nonostante uno dei due candidati, Alessandro Bonazzi, abbia comunicato di non voler aderire, non concordando appieno con una questa modalità di confronto.

Inizia, quindi, la propria presentazione il dott. Antonello Montanari, unico candidato presente.

“Sono Antonello Montanari, sono nato il 3 luglio 1948 ed ho 68 anni. Sono dottore commercialista da 42 anni e mi occupo di Contenzioso Tributario e di Trust. Sono un animalista convinto.
Il mio programma elettorale è breve, rapido ed incisivo. Non è un vero e proprio “programma” stilato per punti, ma un manifesto. L’ho chiamato Manifesto Montanari – Facciamo Ordine. Esso, pur evidenziando alcuni punti che ritengo fondamentali, resta aperto e suscettibile di essere rivisto ed integrato in linea con il succedersi degli eventi e degli scambi con i colleghi. Vi consiglio di leggerlo!
Uno dei primi punti è la nomina di un Garante degli iscritti, che vigili sul mio operato. Il mio è un Ordine degli iscritti, a servizio degli iscritti. E non il contrario. Soprattutto, un Ordine a disposizione dei giovani d’oggi, che fanno fatica e raramente guadagnano bene. Per loro non è facile come lo è stato per noi e di questo bisogna necessariamente tenere conto.
Altro punto fondamentale è la mia attenzione alla componente femminile che sta diventando sempre più importante: darò continuo incentivo ed impulso al Comitato Pari Opportunità, di cui apprezzo il lavoro.”
Montanari nomina e presenta ad uno ad uno i componenti della sua lista che si alzano e vanno a disporsi accanto a lui sul palco. “Ci sono molti giovani” aggiunge, “ l’età media è 52 anni. Sono io ad alzarla, ma anche l’esperienza ci vuole!”.

A questo punto prende avvio la successiva fase, con le domande poste dai rappresentanti dei sindacati.

1) Come ritieni di concretizzare i rapporti con le Associazioni di categoria? Saranno previsti convegni misti, tavoli di relatori misti, verranno trattati argomenti misti che interessino sia le Associazioni che gli iscritti e l’Ordine?

AM: Quello di oggi è un evento “epocale” che ritengo molto importante. Vorrei continuare cosi, io ci sono. Abbiamo ruoli diversi e dobbiamo inevitabilmente agire in sinergia: voi dovete fare sindacalismo ed associazionismo, l’Ordine deve espletare i suoi compiti istituzionali.

2) Pensate di prevedere momenti di ascolto? Momenti di incontro dove potremo discutere dei problemi degli iscritti? Ci sarà ascolto e democraticità?

AM: Certo, l’Ordine è anche questo. Non parleremo solo di bilanci preventivi e consuntivi, ma anche dei semplici problemi degli iscritti. Io sarò sempre disponibile.

3) Cosa intendete fare per valorizzare la figura del Dottore Commercialista? In termini di Formazione e Cultura?

AM: Voglio fare cultura a 360 gradi e puntare anche sulla Scuola di Alta Formazione, prendendo spunto dall’Ordine di Milano.

4) Come intendete aiutare e sostenere i giovani commercialisti e coloro che ancora non sono diventati commercialisti? Le iscrizioni sono in calo.

AM: E’ vero, gli iscritti calano perché l’economia è ferma da anni. Ma vorrei far crescere agli occhi dei giovani l’appeal dell’Ordine e della nostra professione, cercando di agevolare l’inserimento dei giovani negli studi professionali, per far respirare loro la nostra realtà, farli appassionare ma renderli anche consapevoli così che sappiano “di che morte devono morire”.

5) Concordo con tutto quello che dici e sull’importanza di puntare sui giovani. A tale proposito voglio chiederti come pensi di sensibilizzare i giovani sulla Polizza RC Professionale? Credi sia il caso di pensare ad una struttura apposita all’interno dell’Ordine che sia finalizzata a sensibilizzare i giovani? O hai pensato magari a qualche Convenzione da stipulare?

AM: La polizza è un obbligo prima di tutto deontologico e tutti dovrebbero esserne provvisti. Pensavo fosse ovvio e banale, ma se non lo ritenete tale sono disponibile a valorizzare il problema; penso comunque che una campagna attiva in tal senso debba essere fatta anche dalle associazioni sindacali.

6) Cosa ne pensi dell’idea di consentire agli iscritti di seguire in streaming le riunioni del Consiglio dell’Ordine? Per potervi vedere all’opera, ovviamente nel rispetto della privacy? Lo scopo sarebbe quello di consentire ed agevolare l’apertura del palazzo dell’Ordine a tutti, così che cessi di essere una sorta di “palazzo inviolabile” per i soliti noti, cui si accede solo grazie a chissà quali legami o rapporti personali.

AM: Ringrazio di questa domanda! Forse lo streaming è ancora fantascienza. Il mio progetto, che ho già inserito nel mio Manifesto, prendendo spunto dal Consiglio Nazionale, è il seguente: voglio pubblicare le delibere del Consiglio dell’Ordine e metterle a disposizione di tutti. Voglio che in queste delibere sia indicato chi è presente, chi non lo è (ed il motivo dell’assenza), di cosa parliamo, di cosa discutiamo e che cosa abbiamo deciso, nella piena trasparenza dei lavori. Voglio che i riflettori siano puntati sui singoli consiglieri e sul lavoro di ciascuno di noi, così da incentivarli ad adempiere con impegno al proprio dovere, dimostrando di meritare la stima dei colleghi che ci hanno eletto.

7) Come pensi di difendere e diffondere l’immagine del Dottore Commercialista nei Mass Media?

AM: Sono molto sensibile a questo argomento e mi sono già adoperato per questa causa in passato. Ritengo che l’immagine del Dottore Commercialista e della nostra categoria sia fondamentale. La disattenzione è dannosa: se pubblicizziamo la nostra immagine, anche la nostra professionalità ne gioverà.

8) Cosa pensi in merito alle prossime elezioni del Consiglio Nazionale?

AM: Posso per ora riferire solo la mia posizione, ma mi riservo di discuterne insieme alla mia squadra. Inizialmente avevo espresso parere favorevole nei confronti della lista Miani; dopo aver ascoltato il suo programma mi aveva convinto. Ma allora era l’unico candidato. Ora c’è anche la lista Longobardi e so che la collega Mirella Bompadre ne fa parte. Non nascondo che l’idea di averla al Nazionale mi intriga, ma devo parlarne con la mia squadra.

Terminate le domande al candidato Montanari, i rappresentanti delle associazioni sindacali si rammaricano nuovamente per la mancanza del candidato Bonazzi, sottolineando quanto questo incontro fosse volto a stimolare un confronto diretto e più umano con gli iscritti: la sua assenza va a loro esclusivo discapito.

A questo punto viene data la parola al pubblico presente.

1) Domanda posta da Vincenza Bellettini: Rapporto con la Fondazione DCEC di Bologna: non ne parli nel tuo manifesto e vorrei quindi sapere come intendi impostare nel concreto il rapporto e cosa intendi materialmente fare. Chiederai anche tu 5,00 euro a partecipante per ogni convegno che organizzeremo, come ha fatto il Consiglio uscente?

AM: Per me questo è un falso problema o quanto meno lo diventerà. La Fondazione è fondamentale, è parte dell’Ordine, così come nelle altre città. Ci deve essere e non è mia intenzione farle la guerra. Anzi, ritengo sia il cuore della cultura del nostro Ordine. Di conseguenza, non chiederò i 5,00 euro.

2) Domanda posta da Gianfranco Tomassoli: Come pensi di utilizzare il “tesoretto” lasciato dall’Ordine?

AM: Voglio utilizzarlo, faremo tante cose. Lo spenderò nella formazione, nei corsi di specializzazione, in immagine. Non ho intenzione di lasciarlo nelle casse infruttuoso, ma voglio spenderlo per voi. Mi piacerebbe regalare la quota di iscrizione ai giovani iscritti, vedremo.





(*) ci scusiamo fin d’ora con i partecipanti al dibattito per eventuali inesattezze ed imprecisioni non volute nel riportare, sinteticamente, quanto accaduto.

UN CANDIDATO PRESIDENTE "DI CUORE"

Un’occasione perduta per Alessandro Bonazzi il 19 ottobre 2016 alla Biblioteca di San Domenico.

All’evento organizzato congiuntamente dalle quattro associazioni sindacali operanti a Bologna (ADC, ANC, ANDOC e Unione Giovani) per consentire un confronto pre-elettorale tra i due candidati presidenti, ha partecipato solamente Antonello Montanari accompagnato dalla sua squadra.

L’assenza di Alessandro si è fatta sentire, rendendo asimmetrica e un po’ surreale la manifestazione.

Nonostante ciò il risultato voluto dagli organizzatori è stato, almeno in parte, raggiunto.

Antonello ha riassunto i punti salienti del proprio programma rispondendo senza remore alle domande che gli sono state rivolte dagli organizzatori e dal pubblico.
Anche la Fondazione ha formulato alcune domande alle quali è stata data risposta; a dir la verità avremmo preferito qualche precisazione in più sul ruolo futuro della Fondazione, così come immaginato da Montanari, considerando che il suo “manifesto” non ne fa cenno; ci auguriamo che ci venga data la possibilità di approfondire ulteriormente.

Non è stato però possibile operare alcun confronto tra punti di vista, stante l’assenza dell’altro candidato.

La comunicazione inviata da Alessandro Bonazzi a giustificare il proprio rifiuto alla partecipazione all’evento e che rimanda ai contenuti del Regolamento Elettorale, evoca vecchi fantasmi: bodyguards e fredde riunioni assembleari.

Antonello si è presentato apertamente ai presenti, con spirito libero e senza timore di mostrare le proprie incertezze (e chi non ne ha?..).
Si è presentato ai futuri possibili elettori “con cuore”; per lui è stato un bagno di folla importante e per gli organizzatori un punto di merito.

La trasparente dichiarazione di voler collaborare con la Fondazione DCEC di Bologna, senza osteggiarla, ci infonde fiducia in quanto resa pubblicamente e riteniamo che ciò debba essere tenuto in debito conto.

PARTNERSHIP FOR SUCCESS: UNA VECCHIA IDEA CHE MERITA DI ESSERE RISPOLOVERATA

(a cura di Vincenza Bellettini)

Ricordiamo il motto dei moschettieri di Alexandre Dumas, uno per tutti e tutti per uno?

Elaborare un’ipotesi di relazione costruttiva tra tutte le forze in campo, operanti nel territorio bolognese a favore dei dottori commercialisti, ciascuna nel proprio ambito, è senz’altro possibile se non addirittura doveroso.

Al primo posto l’ordine professionale, Istituzione voluta dal legislatore per la rappresentanza degli iscritti, vigilanza e tenuta dell’albo con verifica della permanenza dei requisiti per l’iscrizione e possibilità di assumere provvedimenti disciplinari (tutela dei terzi).

Immediatamente dopo, se non addirittura a fianco dell’ordine, c’è la Fondazione DCEC, Istituzione a sua volta in quanto voluta e costituita dall’ordine professionale per il raggiungimento degli scopo statutari assegnati dal fondatore ovvero la valorizzazione e la tutela della figura del dottore commercialista da perseguire attraverso iniziative formative, culturali in senso ampio, favorendo le relazioni esterne e le relazioni/aggregazioni tra gli iscritti all’albo dei dottori commercialisti di Bologna.

Da ultimo ma non per questo meno importante, il/i sindacato/i, soggetto associativo liberamente costituito con finalità di tutela sindacale dei dottori commercialisti.

Nel territorio bolognese tutte queste entità sono effettivamente presenti, concretamente operative ed agiscono spendendo energia ed esprimendo idee.

Le contrapposizioni e gli attriti che si sono creati nel tempo (forse alimentate da interessi specifici o da dannosi personalismi), non fanno altro che disperdere energia.

Sono convinta che ci possa essere un posto ed una funzione per tutti. Le rispettive attività, ben definite, potrebbero essere svolte senza che nessuno invada l’ambito di operatività dell’altro ma si operi concretamente in forza di un progetto territoriale complessivo, ben strutturato e condiviso che consenta a ciascuna entità di dare il meglio nel proprio perimetro di operatività per il raggiungimento dell’interesse comune dei dottori commercialisti bolognesi.

In questi tempi di grandi cambiamenti, per superare le inevitabili crisi, servono due ingredienti fondamentali: la passione e l’intelligenza, entrambi motori del cambiamento. Riunire le persone attorno ad un obiettivo comune rappresenta il primo passo verso una visione differente, per adattarsi alle nuove realtà e realizzare quel cambiamento senza il quale non potrà esserci progresso.

Tutti per uno e uno per tutti, quindi: progetto o semplice utopia?

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